Il presidente Bitti: le nostre aree produttive in condizioni di degrado e abbandono

«Tra le priorità per chi fa impresa c’è senz’altro il tema dei siti industriali e produttivi, che nel nostro territorio versano in uno stato grave di generale degrado e abbandono. Il quadro è preoccupante, con imprenditori in molti casi esasperati per le condizioni in cui tutti i giorni sono costretti a lavorare: senza adsl, senza illuminazione esterna, senza segnaletica, con strade dissestate e prive di manutenzione, con servizi idrici e di depurazione spesso inadeguati alle esigenze». Il presidente Giovanni Bitti riporta all'attenzione la situazione di difficoltà in cui operano le imprese del Nuorese e dell'Ogliastra. 

«A fronte di servizi inesistenti o ridotti all’osso, le imprese continuano a pagare oneri consortili spesso ingiustificabili, ai quali in alcuni casi si aggiungono tariffe da capogiro per i servizi essenziali - sottolinea Bitti -. Un esempio tra tutti è il costo dell’acqua che, dopo il passaggio del servizio ad Abbanoa, in alcune aree viene venduta alle aziende a circa 3 euro al metro cubo, con bollette da capogiro. Per non parlare delle tante promesse e annunci di rilancio svaniti nel nulla, come accaduto per esempio con i bandi territorializzati per l’Ogliastra e i 25 Comuni di Marghine e Barbagia: quest’ultimo messo in campo con l’idea di rivitalizzare i siti di Tossilo e Ottana-Bolotana, di fatto è rimasto sulla carta, vanificando gli sforzi fatti da diverse aziende che in quelle aree hanno programmato investimenti».

«L’ipotesi di riforma dei consorzi oggi in esame ha certamente il merito di aver riaperto il confronto su problematiche vicine a chi fa impresa ma lascia ancora dubbi sull’effettiva efficacia delle soluzioni in campo. Sicuramente, partendo dall’esperienza di questi anni, è necessario un decisivo cambio di rotta. Sono trascorsi undici anni dall’ultima riforma dei Consorzi industriali, a opera della legge n° 10 del 2008, e nel frattempo tutto è cambiato».

«Nel prossimo provvedimento, non si può non tener conto della situazione attuale delle nostre aree industriali e produttive, caratterizzate da un tessuto produttivo debole e da un livello di servizi e infrastrutture poco attrattivo per nuovi investimenti aziendali. Prima di tutto, occorre conoscere la situazione economica e finanziaria dei consorzi e delle ZIR e chiedersi se la configurazione attuale di questi enti sia utile alle esigenze delle nostre imprese. L’aspetto fondamentale è di garantire una gestione che sia realmente efficace, efficiente e funzionale a chi fa impresa. Ciò può essere fatto solo se si garantisce, contrariamente a quanto scritto nell’attuale proposta di legge, un coinvolgimento diretto degli imprenditori insediati che vivono quotidianamente le problematiche delle aree industriali e che rappresentano i primi “azionisti” degli enti consortili, dal momento che sono chiamati a pagare contributi e oneri consortili, anche elevati, spesso in cambio di servizi fortemente carenti».

 

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