Arbatax. Bornioli: le risorse non vanno in porto

«Il recente black-out all’origine del mancato attracco della Tirrenia che la settimana scorsa ha lasciato a terra un centinaio di persone è soltanto l’ennesimo segnale dei gravissimi problemi che da anni stanno rendendo sempre più critica la situazione dell’area portuale». Il presidente Bornioli sollecita una soluzione che possa risolvere le inefficienze del porto ogliastrino da anni in stato di degrado con gravi ripercussioni sulle imprese, sulle attività del polo nautico, il trasporto merci, la mobilità dei passeggerri e il turismo. «L’aspetto che lascia basiti è che, mentre si rincorrono le emergenze, per il porto di Arbatax sono da anni disponibili 14,5 milioni di euro in capo al Consorzio Industriale stanziati con tanto di delibere regionali e accordi di programma. Questi fondi sono destinati, da una parte, a interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e, dall’altra, a opere di potenziamento del porto e sviluppo delle attività nautiche, comparto strategico per l’Ogliastra».

«Bene dunque il Comune di Tortolì che intende partecipare a un bando con un programma di interventi da 64mila per la manutenzione ordinaria e la messa in sicurezza del porto - scrive Bornioli in una nota - ma questi fondi sono una goccia nell’oceano rispetto alle gravissime problematiche presenti. Il porto versa da tempo in condizioni precarie; ci sono gravi criticità sia sul fronte delle infrastrutture che dei servizi e ciò con pesanti ripercussioni sulla competitività delle imprese; da marzo 2016 manca persino una gru per la movimentazione delle merci in banchina». 

«All’interno dei 14,5 milioni di euro disponibili da tempo rientrano gli 11,5 milioni stanziati con l’Accordo di Programma del 2009: riconfermati nel 2011 e da successive delibere nel 2012, sono destinati a opere di banchinamento e protezione a mare, interventi di scavo e banchinamenti di riva volti a consentire lo sviluppo e il potenziamento dell’attività del settore nautico nelle aree di ampliamento portuale. È incredibile che nonostante delibere di Giunta e Accordi di programma queste risorse siano rimaste in buona parte bloccate per ben otto anni e che a fronte dei gravissimi problemi ne siano state spese appena qualche centinaia di migliaia di euro. Gli altri 3 milioni di euro invece sono destinati al potenziamento della darsena cantieristica, all’incubatore di impresa e all’acquisto di un travel lift da 800 tonnellate per il varo di grosse imbarcazioni nell’ambito delle opere per lo sviluppo del polo nautico. Le risorse derivano dall’Accordo di programma quadro per la nautica e la pasta fresca del 2013, fondi non spesi e quindi inseriti in Finanziaria nel 2015 nell’ambito degli interventi per le Aree di crisi e infine ricompresi all’interno del Progetto di sviluppo Ogliastra. Percorsi lunga vita siglato dalla Regione e dal territorio a dicembre 2016. Si tratta di risorse stanziate e mai spese che passano da un programma all’altro perdendosi in un ginepraio finanziario e amministrativo, e più passa il tempo più è difficile capire quanti soldi siano disponibili e a quali interventi siano destinati. Da un passaggio all’altro, per esempio, sono spariti da anni 10 milioni di euro destinati al porto per la darsena commerciale e opere di difesa foranea. Dal pacchetto di interventi e di finanziamenti resta invece fuori la gru: come Confindustria abbiamo chiesto in più occasioni che l’investimento venisse inserito all’interno del Progetto Ogliastra. Percorsi lunga vita ma al momento non ci risulta che le risorse siano state individuate».

«A questo punto, non c’è davvero più tempo da perdere, è fondamentale trovare quanto prima una soluzione adeguata che consenta di spendere le risorse e realizzare una volta per tutte gli interventi. Il porto è un’infrastruttura prioritaria per la competitività delle imprese ogliastrine, per lo sviluppo della nautica, la logistica, il trasporto merci e passeggeri e il turismo. Stiamo parlando di un porto di interesse regionale che versa da anni in stato di gravissimo degrado. Negli ultimi anni la situazione è andata peggiorando con gravi danni alle imprese che vi operano».

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