Turismo | Confindustria: la legge che non serve. Occorre riaprire un tavolo vero di confronto

Per Confcommercio, Confindustria, Confesercenti e Confapi Sardegna, il testo di legge sul turismo che la Commissione del Consiglio regionale sta presentando in questi giorni «non coglie le priorità e necessità che vanamente in questi anni sono state poste all’attenzione della politica regionale con documenti e contributi specifici».

Per le quattro associazione di categoria che insieme rappresentano oltre l’80 per cento del fatturato e dell’occupazione del settore, il testo unificato di 14 proposte è «datato, ridondante, in più parti inutile e addirittura dannoso, che appare volto più a conseguire risultati di marketing politico che a costruire le reali condizioni per un forte e qualificato turismo in Sardegna, promuovendo con competenza ciò che serve e rimuovendo gli ostacoli impropri per gli operatori che competono sui mercati locali e internazionali».

«Alla Sardegna non serve una legge sul turismo ma per il turismo e per interpretare correttamente le sue nuove dinamiche - spiegano gli imprenditori che sottolineano quelle che sono le priorità: accessibilità e trasporti interni ed esterni, riconoscibilità nella qualificazione dell’offerta, contrasto serio dell’abusivismo, attenzione ai nuovi mercati digitali ed alla sharing economy, efficace coordinamento delle strutture amministrative di interesse del comparto e delle iniziative promozionali, discipline urbanistiche coerenti con gli obiettivi di sviluppo, sostegno agli investimenti ed alla formazione».

«L’invito al Consiglio Regionale e alle diverse forze politiche è pertanto quello di evitare d’approvare questa legge sbagliata, riaprendo un tavolo vero di confronto, tecnico e di merito, che finalmente valorizzi a vantaggio dell’intera collettività la competenza e l’esperienza degli imprenditori e delle rappresentanze del settore».

 

 

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