Enti locali. Bornioli: riforma strategica anche per l'economia

«La riforma degli enti locali segna un passaggio strategico fondamentale per lo sviluppo dei territori e avrà effetti di lungo periodo anche sulle imprese. È per questo che come Confindustria ce ne occupiamo: siamo fortemente preoccupati per l’impatto che avrà sull’economia della Sardegna centrale e delle zone interne, che rischia anche per effetto della riforma un ulteriore calo demografico e un ulteriore calo delle imprese, già oggi per il 70% concentrate sulle coste». Il presidente Bornioli interviene nel dibattito in corso sulla riforma degli enti locali partecipando al consiglio comunale convocato a Nuoro lunedì 23 novembre.

«La riforma così com’è pone alcuni problemi - ha spiegato Bornioli:

1) Cagliari in quanto città metropolitana e Sassari-Olbia in quanto Unioni di Comuni di area metropolitana potranno intercettare fondi europei ad hoc; e gli altri territori? Nel confronto Cagliari-Sassari a restare fuori dai giochi è la Sardegna centrale che con questa riforma rischia di retrocedere in terza fascia frammentata come sarà in tante piccole Unioni di Comuni prive di rappresentanza politica, senza risorse ad hoc e svuotate di servizi e competenze.

2) Quando le Province saranno cancellate da chi saranno erogati e gestiti i servizi di loro competenza su ambiente, strade, lavoro, scuole e formazione?

3) inoltre, la riforma crea un vulnus enorme e mette in pericolo la rappresentatività politica del Nuorese e dell’Ogliastra che perderanno voce e peso politico.

4) Inoltre, le misure previste per i territori svantaggiati e le zone interne sono assolutamente insufficienti, anche tenuto conto delle condizioni attuali.

5) Infine, questa legge servirà da base per la riforma della sanità e riorganizzazione della rete ospedaliera sul territorio e c’è il rischio molto concreto che essa apra la strada a un ridimensionamento dei servizi pubblici locali».

«Il punto fondamentale - ha sottolineato il presidente Bornioli - è che la riforma non chiarisce è che cosa succederà quando le province saranno cancellate definitivamente a seguito della riforma costituzionale prevista. La legge si limita ad affermare che dopo la soppressione delle Province le funzioni di programmazione in materia di sviluppo economico e di pianificazione strategica saranno esercitate direttamente dalla Regione o da agenzie delegate nell’ambito di «ambiti territoriali strategici» che saranno definiti dalla Giunta soltanto dopo l’approvazione della riforma».

«Perché gli «ambiti territoriali strategici», così importanti per il governo futuro del territorio nel dopo-Province, non vengono definiti adesso in fase di approvazione della riforma? Insomma la riforma lascia nell’indeterminatezza alcuni aspetti importanti, anche perché in gioco ci sono funzioni centrali in materia di sviluppo economico e pianificazione strategica finora svolte anche a livello locale e sul quale occorre evitare un’ulteriore spinta accentratrice».

«La riforma non corregge ma accentua le divergenze tra i territori e c’è il rischio concreto di creare una Sardegna a tre velocità. Come ripetiamo fin dal 2013, per Confindustria la soluzione è il decentramento della macchina regionale sui territori. Il decentramento però va previsto e messo in atto sin da ora. È questo il momento di decidere e di prevedere forme di compensazione a vantaggio dei territori più penalizzati. In quest’ottica per esempio abbiamo proposto per esempio di trasferire a Nuoro l’Assessorato all’Ambiente, la Direzione del Corpo forestale e la Scuola forestale; così come si può trasferire a Oristano l’Assessorato all’Agricoltura e per esempio a Olbia quello al Turismo».

Per informazioni rivolgersi all'Associazione degli Industriali della Sardegna Centrale
Referente: Francesca Puddu - Comunicazione Associativa
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