Il presidente Squinzi a Nuoro: un territorio ricco di potenzialità da promuovere

«Questo territorio ha tutte le potenzialità per giocare un ruolo da protagonista in uno scenario di rilancio in cui riprendano gli investimenti mirati e si supporti la manifattura. Questo è un territorio meraviglioso, potenziale attrattore per i flussi turistici; un territorio ricco di competenze, in cui la filiera lunga della qualità della vita, che va dall’agroalimentare al turismo alla manifattura alla salute può vantare presenze significative; un territorio da far conoscere e da promuovere, all’interno e verso gli investitori internazionali». Così il presidente Giorgio Squinzi all'assemblea pubblica dell'Associazione nel corso dei festeggiamenti per i 70 anni dalla fondazione di Confindustria nelle province di Nuoro e Ogliastra.

Un territorio ricco di potenzialità ma senza investimenti la crescita resta incerta 

«è un vero piacere essere qui, con voi, oggi a festeggiare insieme il 70° anniversario della fondazione nella vostra Assemblea annuale, un momento importante per la vita di ogni associazione, in cui si fa il bilancio di un anno di attività, ma soprattutto si imposta il lavoro per il futuro.

Un futuro che purtroppo appare per questo territorio ancora incerto, come ha sottolineato la relazione del Presidente: la realtà resta molto difficile per le imprese e le famiglie.

Qui tra il 2008 e il 2014 quasi 1 impresa su due ha chiuso i battenti, valore ben più alto di quello fatto registrare nell’isola, e più che doppio di quello medio del Mezzogiorno.

Ciò che colpisce è soprattutto l’impressionante calo demografico che negli ultimi decenni ha colpito, soprattutto, il territorio di Nuoro: in pratica, dal 2001 ad oggi, la provincia ha perso un abitante su 5.
Non stupisce, dunque, se il Rapporto annuale dell’ISTAT, inserisce buona parte dei Sistemi Locali del Lavoro di questa area nel gruppo del “Mezzogiorno Interno”: aree che si vanno spopolando, con una alta quota di abitazioni non occupate, una popolazione strutturalmente anziana ed un mercato del lavoro asfittico: i territori dimenticati, per dirla come il Presidente Bornioli.

Il rilancio della manifattura è una priorità

«Il rilancio della manifattura è una priorità - ha sottolineato il presidente Squinzi -. In questa direzione stanno andando, i principali competitor come la Germania, la Francia e il Regno Unito, che hanno pianificato interventi mirati per il rilancio del manifatturiero puntando su ricerca, innovazione e nuove tecnologie. Anche la nostra industria va perciò supportata con interventi mirati e integrati tra di loro, o correremo il rischio di rimanere fuori dai nuovi percorsi di crescita o di cumulare nuovi ritardi rispetto ai nostri competitori internazionali. I nuovi bisogni che emergono dalle società avanzate, l'ampliamento della classe media internazionale, l'integrazione tra manifattura e servizi secondo modelli di filiera, l'uso e l'applicazione delle nuove tecnologie fanno intuire enormi spazi di investimento e crescita in ambiti economico-produttivi già percorsi, ma anche nuovi, come la green economy, il welfare, la fruizione dei beni culturali e naturali».

 

Interventi per il Sud 

Le realtà imprenditoriali importanti - e sono tante quelle che operano nel vostro territorio - vanno però aiutate a competere. Vanno aiutate nel Mezzogiorno con strumenti specifici, che sfruttano ciò che le regole europee consentono, e che gli altri paesi utilizzano ben più di noi, se è vero che nella classifica dei sostegni all’apparato produttivo siamo ormai al terzultimo posto in Europa.

Per questo, nel Consiglio Generale di Taranto di qualche giorno fa, abbiamo lanciato la proposta di un credito d’imposta per gli investimenti al Sud.

E’ infatti il momento di un intervento robusto, diretto, trasparente e facile da utilizzare che permetta alle imprese del Mezzogiorno di far ripartire gli investimenti: se è vero che ogni euro di investimenti al Sud si traduce in 40 centesimi di commesse per il sistema produttivo del resto del Paese, far ripartire gli investimenti al Sud significa irrobustire in maniera decisa la ripresa dell’intera economia nazionale. 

 

Meno burocrazia, regole chiare e investimenti: così si può ripartire

Sono molti i fronti interni che impediscono all’Italia di esprimere tutto il suo potenziale competitivo e che affiggono il nostro sistema. Ognuno di voi potrebbe portare esempi personali, di vita vissuta, che dimostrano quanto fare l’imprenditore nel nostro paese sia complicato. E i risultati, con l’abbandono e lo spopolamento di fette importanti del nostro territorio, sono sotto gli occhi di tutti. L’eccesso di burocrazia, un accesso al credito difficoltoso, regole incerte e non omogeneetempi irragionevoli nella giustizia civile, una architettura istituzionale inefficace, un peso fiscale insopportabile, una dotazione infrastrutturale inadeguata, costi eccessivi derivanti dal mancato completamento delle reti.

Soprattutto per una regione come la Sardegna quest’ultimo punto è decisivo. Mi limito a citare che è l’unica regione priva di metano.

E’ per questo che il sostegno degli investimenti privati deve essere affiancato da una altrettanto robusta azione di rilancio degli investimenti pubblici.

 

Valore del sistema associativo

Fatemi dire, infine, che questi segnali di vitalità imprenditoriale vanno aiutati anche da noi. Le tante iniziative che questa associazione ha fatto per ascoltare le proprie imprese associate e per offrire loro il supporto di cui hanno bisogno ci mostrano con chiarezza la strada da percorrere. Una strada che ha bisogno di un sistema associativo sempre più forte, sempre più autorevole, sempre più capace non solo di essere dalla parte delle imprese, ma un loro vero e proprio “partner” .

 

L'intervento integrale del presidente Squinzi è disponibile in allegato.

 

 

 

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