Il nuovo ddl sul Piano casa è la pietra tombale sul mondo delle costruzioni in Sardegna

Da novembre 2014, l'edilizia ha un vuoto normativo che ha generato insicurezza, paura e in prospettiva, nuovi disoccupati. Il disegno di Legge che la Regione sta per approvare non funziona. Limita e preclude ogni possibilità di sviluppo, offre solo dinieghi, ammazza tutto il comparto che in Sardegna è fatto per il 97% di piccole e piccolissime attività. L'Ance Sardegna boccia il nuovo ddl sull'edilizia in discussione in Consiglio regionale.

Pubblichiamo la nota stampa completa diffusa nei giorni scorsi dall'Ance Sardegna sulle prospettive del comparto edile in Sardegna.

La Legge Regionale sul Piano Casa è attiva, in Sardegna come in altre parti d'Italia, dal 2009, è stata prorogata ogni anno fino a novembre 2014, consentendo in modo semplificato di intervenire sul patrimonio edilizio privato valorizzandolo non solo in chiave energetica ma anche certamente ambientale.

Risultato ottenuto senza neanche un euro di fondi pubblici ma con risorse private, spese per il 99% da soggetti privati, proprietari di immobili, che hanno creduto e credono, nella sostanza, di poter investire nella propria terra, nel concreto, valorizzandola ed al fine di meglio viverci, lasciando ai propri figli un patrimonio immobiliare di qualità ed una speranza di poter continuare a vivere e crescere nella terra più bella del mondo. Ciò credendo nel Suo potenziale integrato fra ambiente, agricoltura, turismo, ed anche piccola industria, cercando di offrire un tetto dignitoso sotto il quale andare a dormire dopo, si spera, una giornata passata a duramente lavorare e non in fila negli uffici di collocamento o alle porte di un non meglio precisato dispensario di assistenza pubblica.

Il mondo delle costruzioni in Sardegna, dall'inizio della crisi ad oggi, ha perso oltre 23.000 posti di lavoro diretti, nell'isola, di Sardi. Ognuno di essi, perdendo il lavoro, purtroppo ha, incolpevolmente e senza volerlo, mandato a casa almeno altri 2 colleghi dell'indotto, sempre Sardi. Complessivamente oltre 70.000 padri di famiglia che hanno perso la propria fonte di reddito e minato la loro dignità e quella dei propri cari. Questa catastrofe occupazionale è stata rallentata e si è interrotta solo grazie al piano casa che, nei primi nove mesi del 2014 ha consentito di invertire finalmente la tendenza segnando un aumento dell'occupazione pari al 9,6% che si è tradotto in circa 4.100 posti di lavoro in più rispetto ai livelli del 2013.

Il Piano Casa ha quindi funzionato, con investimenti privati che si stima, molto prudenzialmente, abbiano creato economia per oltre 1 Miliardo di Euro. Economia sana, pulita, ambientalmente sostenibile, riqualificativa, senza consumo di altra terra, che ha valorizzato, su tutto il territorio Regionale, il patrimonio immobiliare dei Sardi. Questo nei centri delle città, nei paesi dell'interno, che oggi muoiono a causa della mancanza di lavoro ed anche nelle campagne della Sardegna, che tanto potrebbero ancora dare ai Sardi, sottraendole all'incuria, rese produttive e quindi refrattarie all'industria degli incendi.

E' un dovere da parte di chi ci governa, ed anche da chi correttamente deve compiere il proprio mandato di opposizione, al netto di qualsiasi velleità ideologica, di appartenenza, o chissà cosa, nel rispetto del compito di rappresentanza ottenuto dai cittadini, uscire dalla cappa di vetro delle stanze della Regione, la sera, avendo fatto il proprio dovere per dare una risposta alle grida di disperazione di ogni singolo Sardo affamato, sia esso di sinistra, di centro, o di destra, o anche solo orgogliosamente Sardo.

Tutto il comparto delle costruzioni in Sardegna, all'unisono per la prima volta, sia organizzazioni Datoriali che Sindacali, tutto fatto di gente che si è tagliata le mani per unire i mattoni dello sviluppo della propria terra ha condiviso, a suo tempo, oramai da oltre 4 mesi, le richieste del mondo delle costruzioni, fatte alla politica Regionale, per evitare che il vecchio piano casa morisse, lasciando nell'incertezza e nella disoccupazione, migliaia di lavoratori Sardi, occupati per il futuro della Sardegna.

Purtroppo non è andata così e, ad oggi, da fine novembre 2014, si ha un vuoto normativo che ha solo generato insicurezza, paura e solo, in prospettiva, nuovi disoccupati, sempre Sardi. Il disegno di Legge che la Regione si accinge ad approvare, in Consiglio Regionale, pare da martedi, non funziona. Limita e preclude ogni possibilità di sviluppo, offre solo dinieghi, ammazza tutto il comparto dell'edilizia, che in Sardegna è fatto per il 97% di piccole e piccolissime attività, padri e figli di famiglie che continueranno a perdere il lavoro, anche quello appena ritrovato.

Ed allora, Sardi che ci governate, abbiate il coraggio di svestirvi di ogni ideologia, si ribadisce, appartenenza e/o logica e tattica politica, prorogate la vecchia Legge, consentendoci di continuare a lavorare, con i soldi dei Sardi, per i Sardi. Il nostro impegno è quello di lavorare bene, assumere altri Sardi riinserendoli nel mondo del lavoro e dando a voi la possibilità di non essere più costretti a dover scegliere, nella stesura delle prossime finanziarie, fra il poter impiegare risorse pubbliche per le necessarie infrastrutture da realizzare nella nostra terra e le ingenti somme da destinare invece ad una antidignitosa assistenza pubblica che non può e non deve essere l'unica prospettiva dei Sardi di domani.

 

 

Per informazioni rivolgersi all'Associazione degli Industriali della Sardegna Centrale
Referente: Francesca Puddu - Comunicazione Associativa
Telefono: 0784 233311
Fax: 0784 233301
E-mail: f.puddu@assindnu.it
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