Split payment | Sostegno alla petizione contro la norma | Aziende a rischio per troppi crediti

Confindustria e Ance Sardegna Centrale sostengono la petizione per bloccare la norma sullo split payment, il nuovo meccanismo per cui alle imprese fornitrici della PA non sarà più pagata l'Iva ma solo l'importo netto della fattura. «Si tratta di un'ennesima beffa a danno delle imprese - sostengono Bornioli e Mastio in una nota congiunta di Confindustria e Ance Sardegna Centrale. 

«Il nuovo meccanismo di versamento dell'IVA - sostengono Bornioli e Mastio in una nota congiunta di Confindustria e Ance Sardegna Centrale - avrà effetti devastanti anche nella nostra provincia dove sono diverse centinaia le imprese che a vari livelli lavorano con la PADall'edilizia, all'impiantistica ai servizi, le misure colpiscono ancora una volta le aziende che forniscono beni e servizi agli enti pubblici (Comuni, Provincia, Regione, Asl, Camera di commercio, università)».

«Come se già non bastassero i ritardi nel pagamento delle fatture, i costi e la burocrazia derivanti dalla fatturazione elettronica, l'aumento dell'IRAP e le bollette TARI insostenibili. Dal 1° gennaio 2015 alle imprese fornitrici di beni e servizi per la PA non sarà più pagata l'Iva ma solo l'importo netto della fattura mentre l'Iva verrà versata direttamente all'erario. Le aziende, invece, non soltanto dovranno comunque continuare a pagare l'IVA ai propri fornitori ma continueranno a indicare in fattura sia l'imponibile sia l'imposta in attesa del recupero che comunque non potrà avvenire prima di sei mesi. Nel quadro di un'economia fragile come quella nuorese, dove non si intravedono segnali di ripresa, la situazione è potenzialmente devastante e mette a rischio non soltanto posti di lavoro ma la tenuta di molte aziende e attività, nelle condizioni di morire per troppi crediti. La norma va cancellata e per questo le nostre Organizzazioni sostengono la petizione lanciata dall'Ance a livello nazionale per chiedere alla Commissione europea – alla quale spetta l'ok definitivo alla legge di stabilità – di bloccare il provvedimento sull'IVA».

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«Per un territorio come il nostro in cui una buona fetta dell'economia locale ruota attorno alla pubblica amministrazione questa norma è un ulteriore macigno: dalle prime stime i costi aggiuntivi a carico delle aziende del territorio si aggirano attorno al 10-20% del fatturato. L'esasperazione dei nostri imprenditori è al massimo e se la norma non venisse ritirata potrebbero esserci anche azioni eclatanti.

Anche perché il nuovo meccanismo – che sottrae liquidità alle imprese – si aggiunge a una pressione fiscale già insostenibile, con tasse locali e regionali in aumento a partire da bollette TARI alle stelle e dall'aumento dell'IRAP previsto nella Finanziaria regionale 2015.

Resta poi irrisolto il problema dei ritardati pagamenti. Lo Stato – che non onora nei tempi dovuti i propri debiti e salda le fatture con mesi e mesi di ritardo – non smette di drenare risorse dalle casse delle imprese che con questa nuova norma avranno inevitabilmente seri problemi di liquidità. Mentre si anticipano risorse fresche allo Stato, come si potranno pagare le tasse, i fornitori e i dipendenti? Anche perché il provvedimento incide su aziende già duramente colpite dalla crisi e dal sensibile ridimensionamento della domanda pubblica di beni e servizi in calo negli ultimi cinque anni di almeno un 20-25%. Per non parlare del crollo del settore edile, colpito anche dalle tasse sulla casa aumentate negli ultimi tre anni del 200%. A destare preoccupazione sono soprattutto i tempi previsti per la restituzione: mentre il rimborso dei crediti Iva dovrebbe essere immediato, oggi passano anche due anni e mezzo prima del recupero. Tempi che rischiano di allungarsi ancora. Con la nuova norma l'azienda fornitrice dovrà tecnicamente attendere almeno sei mesi prima di recuperare i crediti Iva maturati. La lotta all'evasione fiscale è certamente un obiettivo condivisibile e apprezzabile ma non è questo il modo per attuarla: così applicata rischia di penalizzare le imprese in regola facendo gravare su di esse l'incapacità di colpire gli evasori».

Per informazioni rivolgersi all'Associazione degli Industriali della Sardegna Centrale
Referente: Francesca Puddu - Comunicazione Associativa
Telefono: 0784 233311
Fax: 0784 233301
E-mail: f.puddu@assindnu.it
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