La storia dei Guiso-Gallisai un'occasione per riflettere sullo sviluppo del nostro territorio

Pioniere dell'industrializzazione nel centro Sardegna, Francesco Guiso Gallisai è stato un protagonista della storia di Nuoro e del territorio. Alla sua straordinaria opera è dedicato il libro di Paolo Fadda "Il barone delle industrie nuoresi" edito dalla Delfino editore che è stato presentato venerdì 28 novembre alla Satta a Nuoro.

"Francesco Guiso Gallisai è una figura di primo piano nel processo di industrializzazione del centro Sardegna - sottolinea il presidente Bornioli alla presentazione del libro "Il barone delle industrie nuoresi presentato a Nuoro venerdì 28 novembre alla Satta -. Le sue imprese hanno contribuito in modo significativo allo sviluppo economico di Nuoro e provincia. Alla sua morte nel 1933, le numerose intraprese di famiglia passano nelle mani dei figli, in particolare di Pietro, socio fondatore della nostra Associazione e presidente per 25 anni, dal 1945 al 1970. Dalla fine del 1800 alla seconda metà del 1900 il gruppo Guiso-Gallisai ha portato a Nuoro lavoro e sviluppo nei duri anni della guerra. Le tante attività industriali del gruppo Guiso-Gallisai si sono sviluppate in vari settori. Dalla produzione di energia elettrica al mulino-pastificio, dalle aziende agro-zootecniche alle fabbriche di ceramica e di ghiaccio alle miniere, il lascito per il territorio è stato importante: 27 i paesi serviti dall'energia elettrica prodotta dalla centrale sul Cedrino; 1600 i dipendenti; porta a Nuoro la rete di illuminazione pubblica; apre il primo panificio industriale; realizza il cine-teatro Eliseo e un asilo ancora attivo".

"La presentazione del libro su Gallisai è senz'altro un'occasione importante - ha continuato Bornioli - per interrogarsi sul modello di sviluppo sul quale intendiamo puntare per la crescita della nostra provincia. Confindustria ritiene fondamentale favorire lo sviluppo di un'economia integrata basata su un mix equilibrato di tutti i comparti: dall'agro-zootecnico ai servizi con le industrie turistiche e culturali, ma anche l'industria e in essa in particolare il manifatturiero, che la stessa Europa considera un motore per la crescita e l'occupazione sostenibili".

"Nei suoi documenti ufficiali l'Ue sostiene la necessità di un nuovo "rinascimento industriale" perché è l'industria a creare i posti di lavoro più qualificati e meglio retribuiti e la maggior parte degli investimenti in ricerca e innovazione; è l'industria che innesca un circolo virtuoso anche negli altri comparti visto che un posto di lavoro in questo settore ne crea almeno altri due nei servizi. Non si può negare per esempio il ruolo che l'industria e il manifatturiero hanno avuto anche nel nostro territorio: il tessile e la chimica hanno rappresentato un'importante opportunità di sviluppo per il centro Sardegna innescando un processo di modernizzazione e la formazione di una cultura imprenditoriale. Se queste produzioni sono oggi al tramonto, secondo le fasi naturali del ciclo di vita delle produzioni industriali, l'industria e il manifatturiero resistono grazie all'agroindustria, al lapideo e a un nucleo importante di tante altre imprese, tra cui gli ultimi presidi della chimica che vanno salvaguardati e un polo della gomma in via di sviluppo che va sostenuto. Anche nel nostro territorio, dobbiamo puntare sull'industria e sul manifatturiero, riappropriandoci del concetto di sviluppo sostenibile che coniuga crescita economica e tutela dell'ambiente puntando non più su un'industria pesante ma su un'industria innovativa ed ecocompatibile basata sulle nuove tecnologie e su prodotti di qualità (biomateriali, veicoli verdi, bioedilizia, stampanti 3D). Nel recente Patto per l'industria l'Ue ha deciso di investire in questi nuovi settori industriali ben 150 miliardi €. In questo senso è fondamentale che i fondi europei siano utilizzati bene, a sostegno del manifatturiero anche nel centro Sardegna, perché non ci può essere crescita senza un adeguato sviluppo del settore industriale. Il settore vale oggi il 14% del valore aggiunto regionale ma occorre riportarlo ai valori pre-crisi (era circa il 20% nel 2008) creando un ambiente competitivo e favorevole alle imprese: e ciò significa prima di tutto siti produttivi dotati di infrastrutture e servizi essenziali ma anche meno tasse e meno burocrazia, e in Sardegna è poi strategico l'arrivo del gas metano". 

 

Per informazioni rivolgersi all'Associazione degli Industriali della Sardegna Centrale
Referente: Francesca Puddu - Comunicazione Associativa
Telefono: 0784 233311
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E-mail: f.puddu@assindnu.it
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