Costruzioni. Mastio: settore al collasso. Nessun passo avanti sui debiti della PA

Il settore costruzioni del centro Sardegna è al collasso. I mancati pagamenti da parte della Pa per opere già eseguite dalle imprese, l'assenza di investimenti pubblici, lo stallo dell'edilizia privata, iter autorizzativi troppo lunghi e una mancanza di una normativa certa: sono le principali criticità evidenziate dalle organizzazioni imprenditoriali riunite a Nuoro mercoledì nella sede di Confindustria.

A lanciare l'allarme sono stati i vertici di Confindustria Sardegna Centrale, Roberto Bornioli e Giuseppe Mastio, Mirko Murgia di Confapi, Marco Mele di Cna, Maria Carmela Folchetti di Confartigianato, Totoni Sanna di Legacoop e Francesco Sanna di Confcooperative.

«Siamo dimenticati dalla Regione e della politica. Non c'è un progetto di sviluppo industriale per i territori di Nuoro e Ogliastra tra i più colpiti dalla recessione degli ultimi anni». Lo denuncia Giuseppe Mastio, il presidente dei costruttori dell'Ance Sardegna centrale, intervistato dal notiziario Chartabianca, non nasconde lo sconforto per una situazione che definisce desolante. «Sui ritardati pagamenti alle imprese sono state fatte tante promesse - ha sottolineato Mastio - che si sono rivelate solo chiacchiere. Le imprese sono rimaste a bocca asciutta, mancano gli investimenti e i progetti per i lavori pubblici. Gli unici esistenti sono quelli messi in campo da Confindustria. Gli imprenditori sono allo sbando, la gente è disarmata».

I tempi biblici per il saldo dei pagamenti da parte dei committenti pubblici a corto di risorse - precisano le associazioni in una nota congiunta - stanno condannando a morte l'edilizia, da sempre uno dei comparti trainanti dell'economia del centro Sardegna. Nonostante gli annunci fatti nella primavera scorsa da allora nulla si è mosso in termini di pagamento dei debiti da parte degli Enti locali. Il promesso allentamento del Patto di stabilità non c'è mai stato e le imprese continuano a non essere pagate. Quei 300 milioni di euro di crediti vantati a maggio scorso dalle imprese edili sarde nei confronti della PA sono aumentati.

Secondo le associazioni il quadro è ulteriormente peggiorato perché prima dell'estate la Regione Sardegna aveva promesso lo sblocco di 61 milioni di euro per il pagamento delle opere pubbliche realizzate ma nel frattempo la somma si è ridotta a 31,5 milioni di euro da pagare entro metà novembre. Tra le preoccupazioni espresse questa mattina, anche il blocco dell'intero settore nel caso in cui non si riesca ad approvare entro fine mese il Ddl 130 che contiene le nuove regole sull'edilizia e sull'urbanistica. «E' necessario semplificare e dare regole stabili al settore - sottolineano i vertici delle associazioni pronti a mettere in campo anche iniziative congiunte - per evitare che il periodo di transizione penalizzi un comparto che negli ultimi sette anni di recessione ha perso in Sardegna 23mila addetti».

Per informazioni rivolgersi all'Associazione degli Industriali della Sardegna Centrale
Referente: Francesca Puddu - Comunicazione Associativa
Telefono: 0784 233311
Fax: 0784 233301
E-mail: f.puddu@assindnu.it

 

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