Rapporto Doing Business 2013: in Italia male per burocrazia, credito e fisco

Il rapporto Doing Business 2013 della Banca mondiale - che misura la facilità nel fare impresa delle diverse economie - posiziona l'Italia ancora una volta al 73esimo posto per la facilità di fare impresa: tra gli svantaggi maggiori la pressione fiscale, la burocrazia soffocante e la stretta creditizia.

Pur in risalita rispetto al 2012, quando l'Italia occupava l'87esima posizione, il rapporto della Banca mondiale mostra tutti i punti di debolezza del sistema Italia. Secondo il rapporto, oltre i due terzi dei profitti delle Pmi italiane se ne vanno in tasse e contributi (tanto che il total rax rate è al 68,3% del Pil, due punti e mezzo in più della Francia e oltre 20 punti sopra la Germania).

Altri dati preoccupanti riguardano la stretta creditizia, il cosiddetto credit crunch: secondo l'ultimo bollettino della Banca d'Italia nell'ultimo trimestre i prestiti bancari alle imprese sono calati - in ragione d'anno rispetto ai tre mesi precedenti - del 5,4 %. Se il credito cala, i tassi d'interesse aumentano: in Italia si registrano i tassi d'interesse più sfavorevoli per le imprese di almeno 1,5 punti  rispetto agli altri  Paesi Ue. A pesare è poi la burocrazia, che incide in 31 miliardi di euro complessivi e che dovrebbe ridursi di un 25 % entro solo entro il 2020. 

Tutti dati che spiegano perché il flusso di investimenti diretti esteri in Italia è crollato nel 2012 del 70 per centp, passando nel giro di 12 mesi da 34 a 10 miliardi di dollari.

Per informazioni rivolgersi all'Associazione degli Industriali della Sardegna Centrale
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