Comunicato stampa congiunto Confindustria CGIL CISL UIL

confindustria-cgil-cisl-uilSi riporta integralmente il comunicato stampa congiunto Confindustria Sardegna Centrale CGIL CISL UIL dal titolo "Ottana: 30 imprese con 500 lavoratori (e famiglie) a rischio. Chiediamo a Terna un confronto costruttivo"

Nuoro, 9 giugno 2012

Con stupore abbiamo letto la reazione a tratti scomposta contenuta nel comunicato stampa diramato da Terna lo scorso 6 giugno: stupore per le dichiarazioni di assoluta chiusura che vanno contro ogni strategia di dialogo e di confronto con il territorio e le istituzioni locali. Stentiamo a riconoscere, infatti, in quel comunicato i toni e le motivazioni proprie di una società controllata dallo Stato che dovrebbe garantire, per l'alto compito che svolge di gestore della rete elettrica italiana, un atteggiamento costruttivo che contemperi l'interesse generale con il rispetto dei principi di equità e imparzialità.

Anzitutto il prezzo di 300 euro indicato da Terna è stato smentito dall'azienda interpellata che si è dichiarata disponibile ad avvicinarsi al prezzo dei 150 euro con cui la stessa energia può essere acquistata da altri operatori come affermato da Terna.

Inoltre, per il nostro territorio è inaccettabile che sia "necessario disporre di impianti dislocati nell'area meridionale e settentrionale dell'isola" escludendo di fatto il centro Sardegna da un regime che la stessa Terna ha espressamente definito di "incassi garantiti" rispetto agli altri impianti.

Infine, il ricorso al Sapei, peraltro in funzione dal marzo 2011, per aprire il mercato energetico sardo tramite approvvigionamenti dalla penisola, appare in contrasto con il Codice di Rete della stessa Terna, che recita: "la Sardegna normalmente effettua localmente la riserva secondaria di potenza".

E' giusto e doveroso che Terna porti avanti politiche di mercato finalizzate a ridurre i costi che gravano sulle famiglie e sulle imprese, ma non può non valutare quali conseguenze impattanti derivino dalle sue decisioni, adottate senza alcuna gradualità né preavviso e senza dare al sistema industriale esistente a Ottana la benché minima possibilità di adeguarsi e organizzarsi davanti ad uno scenario che viene interamente stravolto dall'oggi al domani, se non con costi altissimi per le casse dello stato e socialmente inaccettabili.

La fermata della centrale comporterà infatti un effetto domino che coinvolgerebbe Ottana Polimeri con il disimpegno di Indorama, una delle poche multinazionali che hanno investito nella nostra isola senza un euro di contribuzione pubblica. Stessa sorte per tutte le altre aziende del sito legate al sistema delle utilities, e per tutte le imprese appaltatrici, decretando la morte definitiva del comparto chimico - energetico nel centro Sardegna. Si tratta complessivamente di oltre 30 aziende e 500 lavoratori le cui famiglie, quelle si, sarebbero completamente rovinate. E ricordiamo anche le conseguenze per la filiera chimica regionale, perché Ottana Polimeri si approvvigiona di paraxilene da Polimeri Europa di Sarroch, e che quest'ultima aveva appena annunciato il raddoppio della produzione proprio per fornire la fabbrica ottanese.

Considerato che tuteleremo con ogni azione utile il già martoriato contesto socio economico del nostro territorio, e che le istituzioni, i consiglieri regionali ed i parlamentari sardi si sono già attivati con forza, auspichiamo una costruttiva ripresa del dialogo tra le parti. A tal fine abbiamo già chiesto un autorevole intervento del Presidente della Regione finalizzato ad ottenere un immediato incontro con il MISE al fine di trovare una soluzione equilibrata nell'interesse di tutte le parti coinvolte.

Le proposte in campo possono essere le seguenti: avviare un tavolo negoziale di confronto tecnico economico all'interno delle prescrizioni del Codice di Rete di Terna le quali prevedono che la regolazione secondaria debba essere reperita in Sardegna, o, in alternativa, far rientrare anche la centrale di Ottana tra gli impianti essenziali sardi permettendo al centro Sardegna pari opportunità con gli altri impianti dell'isola.

Per informazioni rivolgersi all'Associazione degli Industriali della Sardegna Centrale
Referente: Direzione - Luigi Ledda
Telefono: 0784 233313
Fax: 0784 233301
E-mail: l.ledda@assindnu.it

 

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