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L'Italia è al bivio tra declino o rilancio: il futuro si gioca oggi
- Venerdì, 23 Marzo 2012 10:04
L'obiettivo è che con le riforme, nel prossimo ventennio 2010-2030, la crescita del Pil può triplicare, diventando del 2,2% medio annuo, invece di un modesto +0,7%. "Le riforme non si possono però risolvere in uno sprint, ma in una lunga maratona", queste le previsioni del direttore del Centro Studi Confindustria che parla chiaro al Convegno "Cambia Italia": le riforme sono necessarie e il compito più difficile è proprio quello di creare le condizioni nella politica affinché ci sia una sana competizione tra partiti, tra opposti schieramento ma senza delegittimazioni e dentro i paletti di una cultura delle riforme condivisa e radicata.
TRIPLICARE LA CRESCITA DA QUI AL 2030
L'Italia è ad un bivio che non è solo economico, spiega Paolazzi, se rimane inerte resta inchiodata a una crescita inadeguata dello 0,7% annuo da qui al 2030 (+16% cumulato), ma se reagisce "con vigore, determinazione, coesione", trasformando gli svantaggi competitivi in leve per lo sviluppo, può triplicare al 2,2% annuo (+55% cumulato).
In valori assoluti la scelta si traduce in differenze enormi: senza cambiamenti il Pil nel 2030 sarà di 253 miliardi più elevato di oggi, cioè 2.760 euro pro capite, mentre con le riforme potrà aumentare di 872 miliardi,11.160 pro capite in più.
"Non sappiamo come sarà il mondo da qui a vent'anni - afferma Paolazzi - ma noi dobbiamo fare la nostra parte, tutto ciò che serve per chiudere il divario fra noi e gli altri Paesi ".
Per tornare a crescere a ritmi sostenuti bisogna chiudere il divario con gli altri Paesi in termini di produttività e ore lavorate. Le leve? Conoscenza, concorrenza, burocrazia, partecipazione al lavoro. La mancanza di riforme penalizza soprattutto i giovani e i meno istruiti, che causa la fuga di cervelli.
Per approfondimenti visita il sito di Confindustria.
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