MOSAICO. Bornioli: i prossimi giorni saranno decisivi. E' una sorta di "lascia o raddoppia"

«Quelle che verranno saranno settimane molto importanti per il Nuorese. Ai primi di febbraio, è infatti attesa la firma dell’accordo di programma per il Piano di rilancio del Nuorese che stanzia nel territorio 50 milioni di euro. Inoltre, nei prossimi giorni si saprà l’esito della vertenza che coinvolge la centrale elettrica di Ottana, oggi a impianti fermi a seguito della scadenza del regime di essenzialità». Così il presidente Bornioli al convegno MOSAICO che si è tenuto stamattina nella sede di Confindustria a Nuoro. Hanno partecipato il presidente della Camera di commercio Agostino Cicalò, il capo di Gabinetto della presidenza della Regione Filippo Spanu, il sindaco di Siniscola Rocco Celentano e il primo cittadino di Macomer Onorato Succu. Tra gli imprenditori sono intervenuti Maurizio Lombardi della WD Green Sardinia e Roberto Pintus della Corstyrene Italie. 

«Per il territorio è una sorta di lascia o raddoppia. Tutto dipenderà dalle scelte che saranno fatte nel prossimo futuro: nel caso della centrale elettrica di Ottana è questione di pochi giorni o poche settimane. Per quanto riguarda il Piano di rilancio del Nuorese, si vedranno alcuni primi risultati nei prossimi mesi.

LA CENTRALE E’ STRATEGICA Se nei prossimi giorni non arrivano buone notizie per la centrale elettrica di Ottana e se gli impianti si fermassero in via definitiva, l’intera area industriale risulterebbe fortemente compromessa. Dalla centrale elettrica infatti dipendono: 1) il riavvio della produzione di PET di Ottana Polimeri; 2) alcune aziende come Corstyrene che si servono del vapore prodotto dalla centrale; 3) la tenuta del Consorzio industriale con effetti a catena sulle altre aziende del sito. La fermata definitiva della centrale innescherebbe un inevitabile effetto domino. La ripartenza della centrale elettrica di Ottana è fondamentale per la tenuta e il rilancio dell’intera area di Ottana-Bolotana. In questo momento è dunque prioritario e urgente il massimo impegno politico per risolvere la vertenza della centrale elettrica. Occorre mettere in campo un forte pressing sul Governo e lavorare al fine di riaprire un Tavolo nazionale ad hoc sull’area di Ottana come in passato.

INVESTIMENTI IN CAMPO Nel sito ci sono importanti progetti di investimento aziendali, alcuni già avviati, altri potenziali, per un valore complessivo di circa 190 milioni di euro. C’è l’avvio della filiera della gomma a Ottana-Bolotana con un investimento di oltre 30 milioni di euro; c’è un progetto di investimento per la realizzazione di un centro per il recupero della plastica. Inoltre, tra fondi regionali e statali ci sono venti milioni di euro per le infrastrutture (rete elettrica, viabilità, banda larga, depurazione, impianti di illuminazione). Se la centrale riparte il sito può rilanciarsi con nuovi investimenti e nuova occupazione.

TRE QUESTIONI CHIAVE STRETTAMENTE CONNESSE Attorno al rilancio dell’area di Ottana ruotano tre iniziative strategiche strettamente collegate tra loro e sulle quali è fondamentale il massimo livello di attenzione da parte della Regione. 1) il riavvio della centrale elettrica: dopo la scadenza del regime di essenzialità a dicembre 2015, oggi la centrale è ferma. L’azienda ha proposto il servizio di riaccensione per riattivare la rete elettrica regionale in caso di black-out. Ci sono verifiche tecniche in corso ma la vertenza è anche politica. 2) La seconda iniziativa riguarda la realizzazione di un centro di stoccaggio di gas naturale liquido (GNL) a Oristano. L’iniziativa è di una joint venture internazionale e il progetto è propedeutico alla conversione della centrale in un impianto a gas più piccolo da 30 MW. Così si garantisce la produzione di energia a prezzi di mercato e la produzione di vapore e altre utilities per Ottana Polimeri e le altre aziende. Il progetto è in attesa delle autorizzazione da giugno 2015. Tra la realizzazione del centro di stoccaggio a Oristano e la conversione a gas della centrale si prevede un investimento di 100 milioni di euro. 3) La terza iniziativa riguarda il riavvio della filiera del PET per Ottana Polimeri ferma da oltre un anno con i lavoratori in cig. L’azienda sta lavorando per acquisire l’impianto Eni-Versalis di Sarroch (fermo da un anno) e riavviare la produzione di paraxilene, materia prima per il PET. Su questa partita si è in attesa di una risposta da parte di Eni-Versalis.

CHE FARE PER L’AREA DI OTTANA-BOLOTANA 1) è urgente risolvere la vertenza della centrale elettrica di Ottana; 2) Occorre mettere in campo un forte pressing sul Governo per l’attivazione di un Tavolo nazionale ad hoc sull’area industriale di Ottana, come in passato; 3) Serve un nuovo Patto per il territorio sui tre temi strategici (riavvio della centrale, riconversione a gas degli impianti, riavvio della produzione di pet); 4) Occorre accelerare l’iter delle autorizzazioni in corso.

PIANO DI RILANCIO DEL NUORESE Il ragionamento del “lascia o raddoppia” vale anche per il Nuorese nel suo complesso: da un lato, il nostro è un territorio caratterizzato da forti criticità e svantaggi competitivi tali da compromettere le prospettive di crescita economica e sociale. Dall’altro, sono in atto alcune iniziative che potrebbero contribuire a un’inversione di tendenza: il pacchetto di misure contenute nel Piano di rilancio del Nuorese rappresenta senz’altro un primo punto di partenza importante; ci sono i fondi per alcune infrastrutture strategiche come per esempio la banda larga nelle aree industriali. Inoltre, sono state sbloccate due iniziative che il territorio attende da tempo: da una parte l’Università nuorese che sarà potenziata, dall’altro la Scuola forestale. Entrambi gli interventi faranno parte di un accordo stralcio e godranno di risorse aggiuntive ai cinquanta milioni di euro già stanziati. Inoltre il Piano di rilancio prevede interventi in settori emergenti, quali l’ambiente e la cultura, che hanno enormi potenzialità di sviluppo nel nostro territorio. L’iter del Piano di rilancio è partito oltre due anni fa: ad agosto 2014 vista la crisi straordinaria, il Territorio ha presentato alla Regione un Progetto basato su cinque temi strategici da finanziare con risorse straordinarie. A dicembre 2014 in occasione di una visita istituzionale, il presidente Pigliaru ha accolto le richieste del Territorio annunciando l’avvio dei Tavoli tematici partiti poi a febbraio 2015. Dopo un intero anno impiegato a presentare, valutare e selezionare i progetti, arrivano oggi i primi risultati: secondo il cronoprogramma definito dalla Regione, l’accordo di programma sarà firmato entro i primi di febbraio.

Nonostante i primi risultati, non mancano gli aspetti preoccupanti: 1) le risorse sono scarse rispetto agli obiettivi (ricordo che per il Piano Sulcis sono stati stanziati 630 milioni di euro); 2) le misure sono importanti ma non sono sufficienti a un rilancio complessivo dell’economia e di un territorio in grave difficoltà; 3) i tempi sono ancora lunghi ed è forte il rischio che la burocrazia rallenti ulteriormente le procedure (i bandi per le imprese per esempio non partiranno prima di giugno 2016). Quanto è stato fatto è certamente un buon punto di partenza ma occorrono più risorse e politiche ad hoc per la Sardegna centrale: era stato chiesto un Piano strategico e interventi strutturali con misure e risorse straordinarie.

CHE COSA PROPONIAMO: A) Proponiamo di integrare il Piano di rilancio del Nuorese con fondi nazionali attraverso due possibili strumenti: 1) riconoscimento dell’area di crisi industriale complessa (in base alla DGR del 12.06.2015). A dicembre 2015 è stato avviato l’iter per Portovesme e per Porto Torres ma non per il Nuorese. B) Inoltre chiediamo una fiscalità di vantaggio per le imprese del Nuorese, come d’altronde era stato chiesto da tutte le associazioni imprenditoriali del territorio. C) Inoltre è fondamentale prevedere forme di decentramento di uffici, enti e assessorati regionali sul territorio. Da tempo Confindustria ha chiesto per esempio il trasferimento dell’Assessorato regionale all’Ambiente a Nuoro».

 

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