Bitti: siamo molto preoccupati. Serve almeno un anno bianco fiscale

Dopo un 2020 durissimo, gli imprenditori sono oggi fortemente preoccupati per ciò che potrebbe accadere nei prossimi dodici mesi. Viviamo in una situazione di estrema incertezza - spiega il presidente Giovanni Bitti in una nota -. Ciò che ci preoccupa di più è cosa succederà a molte imprese quando verranno meno le moratorie bancarie, previdenziali e fiscali oggi in vigore. Quest’ultimo anno di pandemia sta mettendo a rischio la solidità finanziaria delle aziende, indebolite da un crescente indebitamento, aumentato nel 2020 per far fronte al calo delle entrate. Molte imprese già fragili non potranno reggere il colpo. Per questo, servono soluzioni e strumenti incisivi per dare ossigeno alle aziende in difficoltà, altrimenti è serio il rischio che molte di esse implodano con forti ripercussioni su tutta l’economia. Serve un allungamento del periodo di rimborso dei debiti di emergenza contratti nel 2020 per allentare le tensioni finanziarie e liberare risorse che in molti casi servono per la sopravvivenza stessa delle aziende. Inoltre, serve almeno un anno bianco fiscale per i settori maggiormente colpiti in modo che gli imprenditori possano concentrarsi con il massimo delle energie sull’azienda e riportare in equilibrio i conti.

Pubblichiamo di seguito il comunicato stampa integrale con i risultati dell'indagine realizzata dalla nostra Associazione che nella prima metà di gennaio 2021 ha intervistato 100 imprenditori del Nuorese e dell'Ogliastra per fare il punto sullo stato di salute delle aziende dopo un anno duramente segnato dalla pandemia. 

Nota stampa del Presidente

Giovanni Bitti

 

Grande preoccupazione delle imprese per l’anno che verrà.

Bitti: serve l’anno bianco fiscale. I risultati di un’indagine promossa da Confindustria


Siamo di fronte a un anno decisivo per la tenuta del tessuto produttivo del centro Sardegna. Dopo un 2020 durissimo sotto il profilo sanitario ed economico, gli imprenditori sono oggi fortemente preoccupati per ciò che potrebbe accadere nei prossimi dodici mesi. Le aziende del Nuorese e dell’Ogliastra vivono in una situazione di estrema incertezza ed è questa variabile a pesare di più sulla ripartenza. A rischio ci sono tante imprese del territorio, che non possono permettersi un’altra annata di mancati ricavi come quella passata. Tra queste ci sono anche aziende storiche costruite con anni di sacrifici in un territorio penalizzato da inefficienze strutturali e che attende da tempo investimenti e maggiore attenzione. L’emergenza sanitaria ha acuito i divari e fatto emergere ancora di più le debolezze del nostro sistema produttivo.

È questa la fotografia che emerge dalle interviste a circa cento imprenditori del Nuorese e dell’Ogliastra nell’ambito del monitoraggio realizzato dalla nostra Associazione per fare il punto sullo stato di salute delle aziende con uno sguardo al nuovo anno che si preannuncia un salto nel buio. Ciò che ci preoccupa di più è cosa succederà a molte imprese quando verranno meno le moratorie bancarie, previdenziali e fiscali oggi in vigore. Quest’ultimo anno di pandemia sta mettendo a rischio la solidità finanziaria delle aziende, indebolite da un crescente indebitamento, aumentato nel 2020 per far fronte al calo delle entrate. Molte imprese già fragili non potranno reggere il colpo.

Alla luce di ciò, è quanto mai urgente intervenire con soluzioni e strumenti incisivi per dare ossigeno alle aziende in difficoltà, altrimenti è serio il rischio che molte di esse implodano con forti ripercussioni su tutta l’economia. Occorre consentire un allungamento del periodo di rimborso dei debiti di emergenza contratti nel 2020 per allentare le tensioni finanziarie e liberare risorse che in molti casi servono per la sopravvivenza stessa delle aziende. Inoltre, serve almeno un anno bianco fiscale per i settori maggiormente colpiti in modo che gli imprenditori possano concentrarsi con il massimo delle energie sull’azienda e riportare in equilibrio i conti.

Bilancio 2020 I segni lasciati dalla pandemia nell’economia del Nuorese e dell’Ogliastra sono evidenti: il 55,5 per cento delle aziende che ha partecipato al monitoraggio chiude l’anno con un calo di fatturato e per il 30 per cento di queste il calo si aggira tra il 20 e il 50 per cento. In diminuzione anche ordinativi, commesse e clienti: il 46,4 per cento delle imprese ha perso clienti e per il 10 per cento di queste la perdita è stata superiore al 50 per cento.

Oggi, a preoccupare è anche il blocco dei licenziamenti che impedisce in molti casi processi di ristrutturazione aziendale, con la conseguenza di spostare in avanti una bomba a orologeria che può avere percussioni pesanti anche sul piano sociale. Circa il 30 per cento delle aziende intervistate dichiara di avere necessità di una riorganizzazione con possibile riduzione del personale. Durante i mesi di marzo-maggio il 70 per cento delle aziende ha dovuto chiudere o ridurre l’orario di lavoro dei dipendenti attivando la cassa integrazione o altri ammortizzatori sociali per il personale.

Investimenti La pandemia è stata una vera doccia fredda per molte aziende, in un territorio che di fatto non si è mai ripreso dopo la devastante crisi del 2008-2011. Il 2020 doveva essere l’anno degli investimenti, soprattutto per acquisto macchinari e innovazione tecnologica, bloccati e rimandati per più del 40 per cento delle aziende intervistate. Soltanto un terzo delle aziende ha portato avanti i programmi previsti.

Prospettive Le imprese sono in attesa di capire come evolverà il nuovo anno. Se la pandemia non allenterà la presa, interi settori importanti per il territorio rischiano il collasso. Le attività turistiche e alberghiere, la ristorazione, le imprese del mondo della cultura e del tempo libero e tutte le attività legate ai servizi turistici, dai trasporti all’intrattenimento. Anche l’agroalimentare, nostro comparto di eccellenza, ha subito un rallentamento per il calo dell’export e dei consumi interni. Per il settore delle costruzioni e tutte le produzioni che ruotano attorno al comparto, è fondamentale che entri a regime il superbonus del 110 per cento per le ristrutturazioni edilizie: se gli investimenti nel settore non dovessero ripartire, per tutta la filiera sarà un disastro.

 

 

Per informazioni rivolgersi all'Associazione degli Industriali della Sardegna Centrale
Referente: Francesca Puddu - Ufficio Stampa
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