Intervento del Presidente Bitti: senza servizi primari non c'è sviluppo

«Sappiamo che la crisi della sanità pubblica è un problema più vasto di carattere regionale ma il tracollo dell’assistenza ospedaliera e sanitaria nella Sardegna centrale fa ancor più rabbia perché colpisce un territorio di per sé svantaggiato, anche per la connotazione geografica e i vari divari strutturali che ben conosciamo - così il presidente dell'Associazione Giovanni Bitti che interviene in una nota sulla disastrosa situazione della sanità nel centro Sardegna. «La vertenza sanità si aggiunge a tanti altri fronti aperti rimasti irrisolti. Se non saremo in grado di ottenere risposte adeguate dalla Regione sul tema sanità, cosa possiamo aspettarci sugli altri dossier strategici sul tavolo da decenni, e penso al tema delle aree interne e della mobilità con il progetto della ferrovia solo per citarne alcuni. Infatti, è tutto fermo con un PNRR da noi non pervenuto. Le istituzioni regionali e nazionali devono dare soluzioni su questi temi ed è anche arrivato il momento che il territorio le rivendichi con forza».

«Da almeno due anni sulla sanità nel centro Sardegna si susseguono denunce e manifestazioni di pazienti, operatori sanitari e sindaci, culminate in un esposto in Procura di 117 dirigenti medici del San Francesco che hanno dichiarato l’impossibilità di garantire i livelli minimi di assistenza. Un fatto di una gravità inaudita che ci obbliga a non restare inerti, anche nella individuazione di eventuali responsabilità. Per questo accogliamo con favore l’intervento dei sindaci che hanno annunciato azioni eclatanti e con il coinvolgimento delle altre forze economiche e sociali siamo pronti a condividere ogni iniziativa a tutela della sanità nel centro Sardegna. Ciò insieme alle altre rivendicazioni a sostegno dei dossier prioritari per lo sviluppo, di cui come forze di rappresentanza dobbiamo farci carico nella massima unità e con uno scatto di orgoglio per salvaguardare il futuro della Sardegna centrale ormai in pieno declino».

«Senza la tutela dei diritti essenziali, alle cure e alla mobilità tra tutti, viene meno ogni prospettiva di sviluppo per questo territorio. Ancor più oggi davanti a una nuova crisi drammatica che sta già mettendo a dura prova il tessuto produttivo e imprenditoriale che ha faticosamente resistito agli ultimi due anni di pandemia».

Per informazioni rivolgersi all'Associazione degli Industriali della Sardegna Centrale
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