Enti locali. Bornioli: la riforma avrà una portata strategica. Serve un decentramento

Nota stampa del presidente Roberto Bornioli

Nuoro, 30 ottobre 2015

Riforma Enti Locali. Temi di portata strategica per il futuro del territorio e delle imprese
Occorre puntare sul decentramento

La riforma degli Enti Locali avrà conseguenze strategiche non soltanto a livello istituzionale ma anche sull’economia e sulle imprese. Dietro i tecnicismi, infatti si nascondono questioni concrete che hanno un impatto diretto sulla vita quotidiana dei cittadini e delle imprese. Per esempio, da chi saranno gestiti i servizi e le funzioni oggi in capo alla Provincia, che ha competenza in materia di ambiente, formazione, lavoro, scuole e strade? Oggi è la Provincia che rilascia alle aziende l’Autorizzazione Integrata Ambientale. Chi avrà questa competenza dopo la riforma? Dalle autorizzazioni ambientali alla gestione dei musei al personale delle Province, la riforma dei nuovi enti di governo del territorio lascia molti punti in sospeso e non chiarisce quale sarà il ruolo della Sardegna centrale nel quadro del sistema Sardegna. Ciò a scapito soprattutto delle zone interne, già colpite da una grave crisi demografica e che con la riforma rischiano di diventare la terra di nessuno: si stima che entro il 2020 lo spopolamento porterà un calo del reddito delle famiglie del 15% e un ulteriore calo delle imprese, oggi per il 70% insediate sulle coste.

La riforma comporterà un’ulteriore perdita di rappresentanza politica del Nuorese e dell’Ogliastra già orfani delle Province. La Sardegna centrale verrà spezzettata in tante piccole Unioni di Comuni, enti deboli che non avranno le competenze tecniche e la forza necessaria per rappresentare e governare un vasto territorio il cui futuro invece sarà sempre più legato alla capacità di fare sistema. Un ente come la città metropolitana per esempio avrà la possibilità di intercettare i fondi europei, le Unioni dei Comuni avranno la stessa capacità progettuale e organizzativa? Se non opportunamente gestite le riforme ipotizzate rischiano di mettere all’angolo tutta la Sardegna centrale, la quale parcellizzata in micro Enti e privata di soggetti di governo unitari, verrebbe ulteriormente emarginata. Inoltre, occorre considerare che la riforma degli enti locali servirà da base per la riforma delle Asl, e il nuovo assetto istituzionale potrebbe condizionare anche la permanenza di molti altri presidi pubblici nel territorio.

All’interno della contrapposizione tra Cagliari, che avrà la sua area metropolitana, e Sassari che dà battaglia per ottenerla, nessuno si occupa della Sardegna centrale, un territorio già molto debole e che così rischia di sparire completamente. Per uscire dall’impasse occorre trovare una formula valida per tutta la Sardegna. Suscita interesse l’ipotesi della Provincia Tirrenica nell’ottica di un riequilibrio territoriale che eviti un eccessivo accentramento delle competenze e dei servizi verso le aree più forti. Inoltre, per la Sardegna centrale e le sue zone interne occorre puntare sul decentramento, formula che potrebbe essere replicata su tutto il territorio regionale. Come Confindustria proponiamo da tempo per esempio il trasferimento a Nuoro dell’Assessorato regionale all’Ambiente e della Direzione del Corpo forestale e della Scuola forestale. Questi temi saranno al centro del convegno che la nostra Associazione sta organizzando venerdì prossimo 6 novembre a Nuoro. È necessario infatti che anche il nostro territorio prenda posizione e avanzi le proprie rivendicazioni e proposte in modo unitario.

 

 

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