Energia. Regime di essenzialità per le centrali elettriche. Urgente intervenire

COMUNICATO STAMPA
Confindustria Sardegna

Cagliari 17 aprile 2015

Regime di essenzialità per le centrali elettriche. Urgente intervenire


A meno di due settimane dalla scadenza del regime di essenzialità delle centrali elettriche sarde (valido fino al 30 aprile), l'incertezza è massima. C'è grande attesa per le decisioni che saranno assunte da Terna e dell'Autorità per l'energia cui spetta l'ultima parola sulla proroga dell'essenzialità, necessaria per la sostenibilità del sistema energetico sardo e senza la quale i cinque principali impianti elettrici isolani difficilmente potrebbero sopravvivere. Dalle prossime decisione di Terna e dell'Authority per l'energia insomma dipende il futuro di un complesso apparato industriale, di grande tradizione e competenze, che ha per l'isola un elevato valore economico e occupazionale. Si pensi che le cinque più importanti centrali elettriche sarde sono tutte essenziali (Fiume Santo, Sulcis, Assemini, Ottana e Taloro) lavorano circa 800 addetti diretti più l'indotto.

Il riconoscimento del regime di essenzialità delle centrali elettriche è fondamentale per la tenuta del sistema energetico sardo ed è necessario a compensare quel gravissimo svantaggio competitivo derivante dalla mancanza di metano. La Sardegna è ancora l'unica regione in Europa a non avere accesso alle forniture di gas. Le oggettive e peculiari caratteristiche fisico-geografiche della nostra regione (insularità, lontananza dal continente, estensione), la natura del collegamento alla rete nazionale a corrente continua e non alternata come accadrà invece per la Sicilia, e la gravissima mancanza di metano, rendono necessario il regime di essenzialità per le centrali sarde. Tale regime consente infatti non solo di garantire il mantenimento delle attività ma anche di assicurare un corretto equilibrio del mix energetico disponibile, di salvaguardare i livelli occupazionali, di tutelare un patrimonio di cultura e tradizione tecnico-industriale oltre che, naturalmente, di dare effettiva sicurezza e garanzia di tenuta del sistema e del servizio elettrico.
Basti pensare che è stato anche grazie alla presenza delle centrali elettriche del Sulcis, di Ottana e di Fiume Santo che a febbraio 2015 in Sardegna è stato evitato il black-out.

Confindustria Sardegna ritiene pertanto doveroso richiamare l'attenzione della Giunta regionale, dei rappresentanti delle istituzioni, delle forze politiche e sociali su un problema assolutamente prioritario. Occorre adoperarsi, con la massima urgenza, determinazione ed unità d'intenti affinché venga svolta una adeguata azione politica presso i competenti livelli nazionali per assicurare il regime di essenzialità a tutte le centrali termoelettriche sarde in esercizio.

Occorre che la Regione Sardegna intervenga in modo forte e determinato sul Governo affinché quest'ultimo eserciti tutta la propria moral suasion verso Terna alla quale spetta l'ultima parola sull'essenzialità delle centrali sarde. La chiusura degli impianti termoelettrici potrebbe provocare, in territori già pesantemente martoriati dalla crisi industriale, devastazioni definitive sul piano economico e sociale, con la perdita irreversibile delle diverse migliaia di addetti diretti ed indiretti del comparto.
Confindustria Sardegna ribadisce nel contempo la necessità di pervenire al più presto alla definizione del Piano energetico regionale e, anche in riferimento a quanto stabilito dalla Giunta regionale con la delibera di maggio 2014, di dare attuazione all'ormai non più differibile programma di metanizzazione della regione, sia attraverso la ricerca di eventuali nostre riserve nel sottosuolo sia mediante la realizzazione delle strutture di approvvigionamento e distribuzione del gas. Ulteriori ritardi sulle scelte da compiersi sul fronte energetico rischiano di pregiudicare per i prossimi decenni il futuro della Sardegna.

 

Per informazioni rivolgersi all'Associazione degli Industriali della Sardegna Centrale
Referente: Francesca Puddu - Comunicazione Associativa - Ufficio stampa
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